II Canto
Approda all’isola della Montagna del Purgatorio una barca guidata dall’Angelo nocchiero che fa sbarcare le anime salve sulla riva del Tevere presso Ostia. Tra le anime Dante riconosce la voce dell’amico Casella cui spiega i motivi delle suo viaggio nell’oltretomba. Casella, dopo aver spiegato a Dante che solo da tre mesi, in virtú dell´Anno Santo, l’Angelo ha acconsentito a trasportarlo, intona una canzone composta da Dante ”Amor che nella mente mi ragiona” e inserita nel “Convivio”. Le anime ascoltano estasiate, ma sopraggiunge Catone che le rimprovera e queste si disperdono immediatamente.
III Canto
Dante, preoccupato di vedere proiettata a terra unicamente la propria ombra, viene rassicurato da Virgilio. Nel tentativo di trovare un sentiero per la parte scoscesa della montagna, i due poeti s’imbattono in una schiera di anime: sono, tra le anime negligenti che si pentirono solo in punto di morte, coloro che son morti sotto scomunica della Chiesa. Tra loro c’è Manfredi, nipote dell´imperatrice Costanza, ucciso in battaglia a Benevento nel 1266, che racconta il suo estremo pentimento e la
persecuzione papale che perdura oltre il tempo di sua morte.
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